Negli ultimi mesi, seguendo l’andamento della pandemia, è divenuto piuttosto chiaro che non ci libereremo facilmente del virus. O perlomeno, di sicuro non avverrà in un colpo solo.
Sono numerosi i Paesi del mondo in cui non è stata ancora somministrata neppure una dose di vaccino, e che rappresentano l’ecosistema ideale per lo sviluppo di nuove varianti grazie alla diffusione incontrollata del SARS-CoV-2 (si veda il caso dell’India).
Altresì è anche molto chiaro che l’uso della mascherina non verrà abbandonato a seguito della vaccinazione, perché sarà necessario vaccinare – secondo gli esperti – almeno il 97% della popolazione per poter garantire l’attivazione dell’immunità di gregge. Fino a quel momento, non ci si potrà dire realmente al sicuro.
Per questo motivo, soluzioni innovative per le mascherine potrebbero rivelarsi molto utili in futuro anche per una maggiore protezione dell’ambiente. Si pensi a quante foto sono state scattate di animali marini morti per aver ingerito un pezzo di mascherina, o per essersi incastrati nell’elastico (per questo motivo è sempre bene tagliarlo
quando si getta la mascherina usata).Si chiama Guardian G-Volt, ed è un dispositivo di protezione individuale di ultima generazione. Grazie alla trama interna costituita da una fitta rete di fili di rame, questa mascherina può garantire una protezione da microrganismi al 99%.
Il rame, infatti, è un materiale naturalmente antibatterico. A questo si aggiunge il lato tech della mascherina, che consiste nella possibilità di far passare una scarica elettrica attraverso i fili che contribuisce ad eliminare ogni virus o batterio ancora persistente. Si tratta di una scarica a bassa intensità, innocua per chi indossa la mascherina ma sufficiente a risultare letale per virus e batteri.
La Guardian G-Volt è riutilizzabile e facilmente indossabile: si coniugano così l’esigenza di sicurezza e la vocazione ecologica sempre più presente nella nostra cultura.