Nonostante sia arrivato il Governo Draghi, secondo alcuni a mettere le pezze ai danni del precedente, i timori di una patrimoniale sono ancora vivi e reali. Questa tassa che richiederebbe il 10% del patrimonio sia esso mobile che immobile, alla fine non serve proprio a nulla. I problemi di questo debito persistente ci saranno ancora in futuro. Secondo gli addetti ai lavori il rischio è che tra dieci anni, l’Italia si troverà nella stessa situazione.
Al contrario, potrebbero esserci soluzioni alternative alla patrimoniale? Provvedimenti capaci di vedere non nell’immediato, ma al futuro. Scelte capaci di far fronte al debito non solo adesso, ma anche dopo trasformandolo in risorse. Ecco la risposta degli esperti che si chiama BTP irredimibile.
L’alternativa a una patrimoniale? Un BTP irredimibile
Quindi l’alternativa a una patrimoniale secondo alcuni c’è. Il prelievo forzoso non può essere una soluzione a lungo termine e nel corso degli anni, la situazione di debito dell’Italia ne richiederebbe altrettanti. Si chiama BTP non rimborsabile, una sorta di cedola che potrebbe essere fissa o indicizzata.
Non si tratterebbe quindi di un prelievo forzoso, ma bensì di un prestito che dà diritto a interessi eterni. Ovviamente, secondo gli addetti ai lavori il BTP irredimibile dovrebbe essere accompagnato da una indicizzazione sul costo della vita. Pena conseguenze più gravi di una patrimoniale: l’inflazione.
Una delle caratteristiche menzionate a favore di questo prestito è la caratteristica di titolo. Avendo un rendimento, potrebbe essere tranquillamente venduto e acquistato a seconda del mercato. Inoltre una differenza sostanziale è che la patrimoniale è una tassa obbligatoria e coercitiva, il titolo invece non solo è su base volontaria, esistente fino alla vendita.
L’economia non sta molto bene
Purtroppo l’economia sta affrontando uno dei periodi più difficili della storia. Bisognerebbe imparare dal racconto biblico di Giuseppe. Quando propose a Faraone di farsi consegnare i raccolti del popolo nei tempi di buona, pronti ad essere utilizzati durante la carestia. L’idea vincente in alternativa alla patrimoniale, che invece pare essere perdente in partenza.
Anche le banche stanno cercando di fare cassa. I soldi sterili aumentano e gli utenti hanno sempre più paura non solo di investire, ma anche di spendere. Nell’era dell’incertezza, per non sbagliare, UniCredit sta aumentando i costi dei conti correnti. E ai suoi clienti questa scelta non è proprio piaciuta.