Ciò che stiamo per informarvi è frutto di diversi studi realizzati da un gruppo di ricercatori di differenti istituti di Milano. Questa ricerca medico-scientifica ha scoperto quello che per il Covid-19 ha lo stesso effetto della Kryptonite per Superman. Si tratta dei raggi UV che possono inattivare il SARS-CoV-2. Ecco tutti i dettagli.
Ebbene sì, la ricerca di cui abbiamo accennato ha portato alla sensazionale scoperta che la Kryptonite per il Covid-19 sono i raggi ultravioletti di tipo C. Più precisamente quelli con una lunghezza d’onda di 254 nanometri. L’esposizione a questi inattiva il Coronavirus e ne “inibisce la replicazione in colture cellulari”.
Ovviamente quantità e tempo di esposizione, per essere efficaci, dipendono dalla carica virale di Covid-19. Ecco quanto dichiarato dall’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri.
“In dosi compatibili con la contaminazione delle stanze ospedaliere che ospitano pazienti con COVID-19 è sufficiente una dose bassa di UV-C. Lo stesso è stato osservato per i campioni contenenti una carica virale intermedia, simile a quella presente nello sputo dei pazienti. Per una carica virale elevata
, paragonabile a quella emessa da pazienti con sintomi molto gravi, è stato necessario aumentare la dose di UV-C per ottenere l’inattivazione del virus“.L’articolo in merito specifica inoltre che le applicazioni utili di questo sistema stanno nelle procedure di sanificazione degli ambienti e delle superfici che sono state contaminate dal Covid-19. Inoltre le lampade non dovrebbero essere utilizzate in presenza di altre persone. Le conseguenze potrebbero essere dannose.
Il Ministero della Salute, il 13 luglio, ha lanciato l’allarme in merito a lampade a raggi UV vendute su internet. I sedicenti esperti le dichiarerebbero indispensabili per combattere il Covid-19. Niente di più falso. Il Ministero ha spiegato che tali strumenti rappresentano un rischio per la salute e non rispettano la normativa europea in merito.
Quindi niente fai da te. Su queste cose non si può scherzare. Una recente conferma è che il Covid-19 produce trombi e alcuni medici chiedono di cambiargli nome.