Il Governo formato da Mario Draghi e da tutti i ministri che compongono il Consiglio ha il compito di fare da faro guida ad un’Italia che si trova nel pieno della bufera legata alla pandemia di Coronavirus, la quale oltre agli ovvi problemi di natura sanitaria, ha portato con se numerosi effetti collaterali negativi come quello sull’economia del Paese, il quale a seguito del blocco della macchina produttiva sta attraversando un crisi economica non indifferente.
Ovviamente la patata bollente dopo l’addio di Giuseppe Conte è passato appunto a Mario Draghi, il quale secondo il Presidente, è l’esperto perfetto a gestire la situazione in quanto dotato di una formazione eccezionale in vari campi dell’economia.
L’obbiettivo è ovviamente riuscire a gestire la situazione fiscale del Paese, riuscendo ad unire l’utile al dilettevole, ovvero rinvigorire le casse statali riavviando la richiesta fiscale, senza però gravare troppo sul popolo ormai stremato su più fronti dalla pandemia.
In questo frangente è tornata fortemente in auge l’idea della reintroduzione della tassa patrimoniale, una vecchia formula di tassazione caduta in disuso ma che ora, per una serie di motivi ben incastrati, potrebbe fare ritorno, scopriamo perchè.
Governo tecnico
Per dare una spiegazione partiamo prendendo in considerazione il Governo che attualmente è presente nel paese, parliamo di un Governo tecnico, esso in quanto tale è composto da soggetti altamente specializzati in virtù del Ministero che andranno a gestire e completamente esterni alla scena politica, cosa che si traduce in un mancato interesse nella possibilità di una rielezione e dunque in una più evidente facilità di decisione per quanto riguarda le scelte impopolari.
Effettivamente, storia alla mano, i Governi tecnici da sempre sono stati i governi delle scelte impopolari, basti pensare al Governo Dini, che portò alla riforma del sistema previdenziale portando all’arrivo dei tanti famosi contributi, necessari per evitare il collasso del sistema.
A ciò poi dobbiamo aggiungere anche la popolarità che l’idea ha in parlamento, con molti decisamente a favore della sua reintroduzione, perfino la Corte dei Conti ha espresso il proprio favore, dal momento che secondo i vari esperti, la patrimoniale, ovviamente modulata e resa vincolante solo oltre un certo reddito, consentirebbe alle fasce forti del Paese, di proteggere quelle deboli.