Sicuramente molti di noi hanno impostato nel proprio smartphone la “modalità notte”, quell’opzione che consente di ridurre la componente blu della luce dello schermo nelle ore notturne, al fine di ridurre l’effetto stimolante sull’utente. Si tratta di una modalità disponibile non solo sui nostri telefoni cellulari ma anche su altri dispositivi mobili come, ad esempio, tablet e persino PC. Ma vi siete mai chiesti se realmente questa modalità di impostazione della luce possa aiutarci a dormire meglio?
Uno studio recente ha voluto rispondere a questa domanda. Il responso sicuramente ci lascerà di stucco. La ricerca in questione riporta la firma di un team di scienziati dell’Università di Birmingham e del Cincinnati Children’s Hospital Medical Center. Lo studio appare sulle pagine della celebre rivista scientifica Sleep Health. Per il loro lavoro, gli scienziati hanno selezionato 167 studenti nella fascia di età tra i 18 ed i 24 anni dividendoli in tre gruppi in base a diversi comportamenti. Il primo gruppo era costituito da ragazzi che utilizzavano lo smartphone prima di dormire con modalità notte attiva, un altro gruppo invece utilizzava lo smartphone senza attivare tale modalità
e, infine, il terzo gruppo era costituito da ragazzi che non utilizzavano nessun tipo di dispositivo.I ricercatori hanno fornito a ciascun ragazzo un braccialetto dotato di accelerometro al fine di monitorare il sonno e anche una applicazione per analizzare le attività effettuate con lo smartphone. Dopo di che i ragazzi andavano a dormire per almeno otto ore. Gli studiosi hanno eseguito il loro lavoro utilizzando iPhone e la modalità Night Shift di iOS. Con grande sorpresa, essi hanno scoperto che non vi è differenza tra utilizzare lo smartphone con modalità notte o senza tale opzione e, inoltre, non vi era differenza neanche con il gruppo di ragazzi che andava a dormire senza utilizzare il dispositivo.
Dunque, a differenza di quanto si pensava finora, inserire la modalità notte nei nostri dispositivi non ci aiuterà a dormire meglio poiché sarebbero proprio le attività svolte con il dispositivo a produrre una stimolazione a livello psicologico che, inevitabilmente, aumenta lo stato di allerta non facendoci riposare bene.