Robot La US Space Force ritiene che la “parte umana” sia indispensabile per mantenere il dominio in ambito militare, ma talvolta non sufficiente. L’intento è introdurre più robot militari.

“Nel secolo scorso, la civiltà occidentale si è trasformata. Siamo passati da una società basata sull’industria a una società basata sull’informazione. Tuttavia, oggi siamo sull’orlo di una nuova era: quella della crescita umana”, dichiara Joel Mozer, durante un evento presso l’Airforce Research Laboratory. “‘Nella nostra attività di difesa nazionale, è fondamentale abbracciare questa nuova era, per non restare indietro rispetto ai nostri avversari”.

Ci saranno progressi “inimmaginabili” nel prossimo decennio in aree come quella dell’intelligenza artificiale. Presto i militari saranno in grado di elaborare strategie tattiche che “nessun essere umano riuscirebbe a fronteggiare senza l’aiuto della tecnologia”. I cosiddetti sistemi “autonomi” dei prossimi robot forniranno veri e propri consigli ai comandanti in tempo reale. I Comandanti avranno a disposizione più agenti robotici, non solo umani, ciascuno in grado di occuparsi della ricognizione, la fase di controllo o l’attacco.

Robot militari tra realtà e tecnologia: pro e contro del nuovo progetto

I militari in carne ed ossa, nel frattempo, si affiancheranno ad altre tecnologie che includono la realtà aumentata e virtuale, nonché la “stimolazione nervosa” per simulare le sensazioni fisiche. Il Regno Unito, insieme agli Stati Uniti, ha anche previsto che le guerre in futuro saranno condotte da un ibrido di attività robotiche e umane. “Sebbene si preveda che gli esseri umani continueranno ad essere centrali nel processo decisionale, i conflitti combattuti sempre più da robot o sistemi autonomi potrebbero cambiare la natura stessa della guerra. Ci sarà meno enfasi su emozioni, passione e possibilità”. Sono in fase di test anche la modifica genetica, le protesi fisiche e cognitive e il miglioramento in campo farmaceutico.

Esiste già una stretta relazione tra uomini e macchine nei conflitti militari. Il progetto è nato durante la seconda guerra mondiale e negli anni successivi le “bombe intelligenti” e gli attacchi con i droni sono diventati più comuni. Tali scoperte richiedono un quadro morale. “Il compito di questi droni è uccidere”, afferma la filosofa e critica culturale Laurie Calhoun. Gli esseri umani potrebbero semplicemente diventare una “copertura etica” per quello che è un lavoro meccanico, nel caso in cui gli eventi non vadano come intendono gli ufficiali, siano essi uomini o macchine.

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