A Trento non c’è più spazio per la vecchia rete in rame di TIM. In Italia infatti sta prendendo sempre più piede la fibra con tecnologia Fiber to the home: nello specifico, tra le prime zone ad effettuare il passaggio dal rame all’FTTH vi è la centrale di Mattarello, un’area a Sud della città.
Cosa porterà questo cambiamento? In tutta la centrale verranno diffusi collegamenti fino a 1 Gbit direttamente nelle abitazioni e negli uffici. Chi ha diffuso la notizia? Ad annunciarlo vi sono Maurizio Fugatti, Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Franco Ianeselli, Sindaco di Trento, e Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato di TIM, in occasione della firma dell’accordo per la cooperazione digitale.
La centrale di Mattarello offre circa 2.000 linee telefoniche nella Circoscrizione 8 della città. Nel mentre TIM sta proseguendo il piano di sviluppo della fibra ottica nella Provincia Autonoma. Ciò ha determinato un potenziamento della rete in ben 95 comuni facendo così salire a 170 mila il totale delle abitazioni e degli uffici collegati alla banda ultralarga. Per giunta, oltre a Trento, l’azienda ha dato il via ad un programma per il cablaggio in tecnologia FTTH in nove città: Rovereto, Pinzolo, Canazei, Tre Ville, Pergine Valsugana, Riva del Garda, Isera e Volano.
TIM: parola a Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato di TIM
“Con l’avvio del processo di spegnimento della rete in rame, iniziamo a scrivere un nuovo capitolo della storia delle telecomunicazioni in Italia, a conferma del nostro impegno a voler essere parte integrante del processo d’innovazione e digitalizzazione del Paese”, ha dichiarato Luigi Gubitosi, Amministratore Delegato di TIM.
“Partiamo quindi da Trento, comune d’eccellenza italiano, a trasferire, su base volontaria, i nostri clienti verso le nuove reti ultraveloci in fibra. Siamo convinti che con il consolidamento di questo processo, che gradualmente riguarderà l’intero territorio nazionale, andremo ad accelerare il processo di digitalizzazione di cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione, favorendo contestualmente lo sviluppo di quelle competenze digitali necessarie a tornare a crescere sia in Italia che a livello internazionale”, ha concluso.