La psoriasi è una malattia infiammatoria della pelle a carattere cronico e recidivante, caratterizzata da chiazze eritematose ricoperte da uno strato squamoso bianco-argenteo, generalmente localizzate a livello dei gomiti, delle ginocchia e non solo. Il trattamento di questa patologia, attualmente, comprende una terapia locale o la fototerapia oppure, una terapia sistema o l’utilizzo di farmaci biologici come, ad esempio, gli anticorpi monoclonali.
In particolare, proprio all’interno di quest’ultima categoria di farmaci, sembra ce ne sia uno rivelatosi particolarmente efficace nel trattamento della psoriasi. A dimostrarlo è uno studio pubblicato da ricercatori dell’Università di Manchester sulla prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine. Nello specifico, gli studiosi hanno testato il Bimekizumab, un anticorpo monoclonale che blocca sia l’interleuchina 17A che l’interleuchina 17F, entrambe sovraespresse nelle persone affette da psoriasi.
Gli scienziati per valutare l’efficacia del Bimekizumab, hanno condotto due studi: il primo in cui confrontavano questo farmaco con l’Adalimumab e un altro studio, in cui confrontavano il Bimekizumab con il Secukinumab. Si tratta di due farmaci già in uso per il trattamento della psoriasi ma, che riescono a bloccare solo la interleuchina 17A. Bimekizumab, invece blocca entrambe le citochine coinvolte in questa patologia infiammatoria. In particolare, dal primo studio emerge che Adalimumab e Bimekizumab hanno efficacia paragonabile ed effetti collaterali a lungo termine trascurabili o addirittura rari. In ogni caso, da entrambi gli studi è emerso che questo nuovo anticorpo monoclonale offre molte speranze ai pazienti con psoriasi da moderata a grave poiché è molto efficace e, secondo alcune previsioni, potrebbe essere disponibile già in 12 mesi.