Dallo scorso 26 Aprile 2021 le regole per gli spostamenti all’interno delle Regioni Italiane sono cambiate in relazione all’evoluzione del Coronavirus. Il temibile protagonista della pandemia non ne vuole sapere di mollare la presa e si presenta anzi con nuove varianti. Ma si deve tornare alla vita, seppur con gradualità. A ragione di ciò il Governo ha varato il nuovo sistema chiamato Pass Coronavirus, un certificato che dimostra tre condizioni di sicurezza essenziali per poter presenziare ad eventi. Scopriamo come funziona.
Arriva il Pass per il Coronavirus
Dai concerti alle manifestazioni sportive ci si sposta con ciò che viene identificata come un’app gratuita disponibile per smartphone. Grazie ad essa l’estate sarà meno opprimente per il presenziamento ad eventi come manifestazioni e concerti. L’ipotesi più accreditata è quindi quella di una soluzione con codice QR che al suo interno includa una sorta di cartella clinica di negatività ai test previsti, ovvero: esito negativo del tampone nelle ultime 48 ore, avvenuta guarigione e vaccinazione.
L’alternativa alla versione digitale del Pass Covid potrebbe essere una smartcard di servizio realizzata con il coinvolgimento diretto di Poste Italiane. Al suo interno andrebbero ad inglobarsi le info sanitarie dell’utente per una messa a punto che richiederebbe almeno un mese di tempo. Da valutare anche l’azione dell’app IO, utilizzata di recente per l’accesso all’iniziativa cashback ed attivata già da dieci milioni di connazionali.
Dagli Stati Uniti ad Israele questo sistema sembra funzionare egregiamente e non vi è alcun motivo per non adottarlo anche in Italia. I referti inviati al portale generano un codice QR univoco ove si attesta il buono stato di salute del detentore. Grazie ad esso sarà possibile leggere i dati sbloccando l’accesso a locali, arene e stadi.
Realizzato su una piattaforma di IBM tale sistema usa la blockchain per l’archiviazione delle informazioni sensibili, motivo per cui non esiste la minima possibilità di un data breach. Cosa che mette fine alla preoccupazione sul tema privacy in relazione al trattamento ed alla manipolazione dei dati personali inclusi nei referti.