Ormai da più di un anno abbiamo imparato ad indossare la mascherina praticamente ovunque con lo scopo di proteggere noi stessi e gli altri dalla diffusione del nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Ma quante volte, durante questi mesi, ci è capitato di vedere per strada mascherine gettate senza ritegno? Oltre che per le strade, le mascherine che ognuno di noi indossa sono state ritrovate, purtroppo, anche nell’ambiente marino. E proprio qui anche una sola mascherina può avere degli effetti devastanti.
A dimostrarlo è uno studio recente pubblicato sulla celebre rivista scientifica Environmental Advances da un team di ricerca dell’Università di Milano-Bicocca. In particolare, nel loro lavoro gli scienziati italiani hanno approfondito il meccanismo di degradazione foto-ossidativa delle fibre di propilene presenti nei tre strati di una mascherina chirurgica. Dalle loro analisi, essi hanno fornito un primo dato quantitativo relativo alla cessione delle microplastiche. Infatti, per le mascherine, così come per molti altri oggetti usati nel quotidiano, il dato relativo alla stabilità oltre il limite di utilizzo non era disponibile in letteratura.
I ricercatori italiani hanno condotto il loro studio sottoponendo una mascherina usa e getta ad esperimenti di invecchiamento artificiale, al fine di simulare ciò che avviene nell’ambiente quando una mascherina viene abbandonata iniziando a degradarsi quando esposta agli agenti atmosferici. Dalle loro analisi, emerge che anche una singola mascherina chirurgica esposta alla luce UV-A per 180 ore è in grado di rilasciare centinaia di migliaia di particelle di dimensioni micrometriche. Gli effetti che tali particelle potrebbero avere sulla fauna marina sono ancora da determinare ma, sicuramente, non si tratta di effetti positivi. Per tale ragione è importante non gettare le mascherine per strada poiché inquiniamo non solo l’ambiente terrestre ma anche quello marino se, per qualche ragione, la nostra mascherina dovesse arrivare in mare.