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Certificazione Verde: tutto ciò che volevi sapere sul passepartout

Dalla seconda metà di maggio partirà in Italia la sperimentazione della cosiddetta Certificazione Verde, che consentirà ai cittadini di potersi nuovamente muovere dopo mesi di fermo. Questa riunirà sotto un’unica dicitura tutta una serie di deroghe già oggi in vigore per tornare a viaggiare liberamente.

Il Green Pass, versione internazionale dell’omonimo italiano che sarà varato entro giugno dall’Unione Europea, consentirà non solo di muoversi all’interno delle diverse regioni Italiane, ma anche tra i vari Stati Europei. In cosa consisterà, precisamente?

Green Pass, tutto ciò che volevi sapere sulla Certificazione Verde necessaria per muoversi tra regioni e nazioni

La Certificazione Verde consiste nell’attestazione di avvenuto completamento del ciclo di vaccinazione anti-Covid (o dell’avvenuta somministrazione nel caso di vaccini monodose), della guarigione qualora si fosse contratto il Covid-19 o della negatività ad un tampone effettuato entro le 72 ore precedenti alla partenza.

Chi può offrire al cittadino il Certificato Verde in caso di avvenuta vaccinazione? Il documento deve essere rilasciato dall’Asl o dall’ente presso cui è stata effettuata la vaccinazione e deve obbligatoriamente riportare i seguenti dati:

  • Cognome e nome
  • Data di nascita
  • Malattia o agente bersaglio: COVID 19
  • Tipo di Vaccino
  • Prodotto medico vaccinale (codice AIC e denominazione del vaccino)
  • Produttore o titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio del vaccino
  • Numero della dose effettuata e numero totale di dosi previste per l’intestatario del certificato
  • Data dell’ultima somministrazione effettuata;
  • Stato membro di vaccinazione
  • Struttura che detiene il certificato
  • Identificativo univoco del certificato.

Nel caso di avvenuta guarigione, invece, il documento dovrà contenere obbligatoriamente questi dati:

  • Cognome e nome
  • Data di nascita
  • Malattia o agente bersaglio che ha colpito il cittadino: Covid-19
  • Data del primo test positivo
  • Stato membro in cui è stata certificata l’avvenuta guarigione
  • Struttura che ha rilasciato il certificato
  • Validità del certificato dal .. al:
  • Identificativo univoco del certificato.

Questi due certificati hanno validità di 6 mesi dalla data di rilascio.

Infine, per quel che riguarda la certificazione di test con esito negativo, dovrà obbligatoriamente riportare:

  • Cognome e nome
  • Data di nascita
  • Malattia o agente bersaglio: COVID 19
  • Tipologia di test effettuato
  • Nome del test
  • Produttore del test
  • Data e orario della raccolta del campione del test.

Il possesso di una di queste attestazioni consentirà al cittadino di muoversi liberamente e senza dover offrire alcuna spiegazione anche tra regioni di colore differente, nonché fuori dall’Italia.

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Pubblicato da
Monica Palmisano