Huawei è passata da essere l’unica contendente di Samsung al gradino più alto del podio del mercato degli smartphone a quasi sparire del tutto. I dati la danno in caduta libera in fatto di vendite e la situazione può solo che peggiorare, soprattutto in Europa. Anche in Cina sta succedendo lo stesso, ma in quel paese il colosso ha comunque un peso specifico in grado di trascinare dietro gli altri OEM.
Huawei non può usare più Android, perlomeno con la licenza. Questo vuol dire che non può offrire i servizi di Google a chi compra uno di questo smartphone. Nel resto del mondo questo è un problema pesante, in Cina non lo è. Per questo motivo stanno spingendo su Harmony OS, il nuovo sistema operativo.
L’idea di Huawei è di convertire la maggior parte dei propri smartphone Android cambiando il sistema operativo, ma c’è di più. Fonti dal paese asiatico indicano che anche alcuni produttori stanno vagliando l’ipotesi di iniziare a fare lo stesso.
Huawei: la lotta ad Android parte dalla Cina
Huawei prevede già quest’anno di convertire 200 milioni di dispositivi ad Harmony OS. A questi vanno apparentemente aggiunti 100 milioni di dispositivi di altri produttori. Questo passaggio potrebbe già mettere fine alla parola Android in Cina e si tratterebbe solo dell’inizio. Basta già vedere come Google si stia interessando all’ecosistema di app del nuovo sistema operativo e come il colosso cinese stia lavorando anche a renderlo più performante con i chip Qualcomm e MediaTek.
Il discorso è semplice, una volta diventato il sistema operativo più usato in Cina, Huawei, quasi sicuramente coperta dal governo, potrebbe spingere per la vendita di dispositivi Harmony OS nei paesi in cui il paese asiatico ha un certa influenza. In Asia, in Africa, in Sud America e in alcuni paesi dell’est Europa. Nei prossimi anni potremmo assistere un cambiamento importante.