Il nostro organismo è caratterizzato da ritmi di funzionamento quotidiani. Si tratta del conosciutissimo ritmo circadiano che consiste in variazioni cicliche che, ogni giorno, coinvolgono le nostre attività biologiche. Il ciclo circadiano è quella sorta di orologio biologico dal periodo di 24 ore che si caratterizza per essere un complicato sistema interno responsabile di cicli che riguardano, ad esempio, la pressione arteriosa, la temperatura corporea, il ciclo sonno-veglia eccetera. Insomma, si tratta di un meccanismo davvero intricato ma molto interessante le cui basi genetiche fino a non molto tempo fa non erano ancora note.
Oggi, però, un nuovo studio fa luce sul funzionamento dell’orologio biologico scoprendo i geni che lo regolano. La scoperta viene descritta sulle pagine della autorevole rivista scientifica Applied Physics Reviews e riporta la firma di un team di ricercatori della Pennsylvania State University coordinato da Rongling Wu. Per identificare i geni responsabili del funzionamento dell’orologio biologico hanno fatto ricorso ad un modello statistico.
L’obiettivo degli scienziati è stato quello di capire come questi geni lavorano in maniera coordinata per rendere alcuni organismi viventi, uomo compreso, più attivi durante la mattina presto ed altri, invece, nel cuore della notte come, ad esempio, le allodole. È dunque una complessa rete di geni che controlla i ritmi circadiani e non una singola sequenza di DNA come si pensava finora. Si tratta di una scoperta davvero interessante poiché potrebbe consentire di manipolare queste sequenze genetiche aprendo la strada alla possibilità di controllare disturbi legati al malfunzionamento dell’orologio biologico come, ad esempio, ansia, obesità e malattie cardiovascolari.