Fin dall’inizio dell’attuale pandemia da COVID-19 si è cercato di far luce sull’origine di SARS-CoV-2, il nuovo coronavirus che sembra abbia avuto origine della regione di Wuhan (Cina) e poi da lì, in maniera inarrestabile, ha praticamente permeato tutto il mondo. Oggi, però, un nuovo studio sembra abbia individuato una volta per tutte il progenitore di questo nemico invisibile.
Lo studio in questione appare sulle pagine della autorevole rivista scientifica Molecular Biology and Evolution e riporta la firma di un team di scienziati della Temple University di Philadelphia. Gli studiosi americani, coordinati da Sudhir Kumar, sono riusciti a risalire alle origini di SARS-CoV-2 seguendone le mutazioni a ritroso, fino a ricostruirne la genealogia. Così, andando sempre più indietro nel tempo, essi hanno scoperto che il progenitore del nuovo coronavirus, chiamato proCoV2, e le sue varianti, circolavano in tutto il mondo già dall’ottobre del 2019.
proCoV2 sarebbe una sorta di “madre” di tutta la famiglia del coronavirus SARS-CoV-2 sulla cui scia i ricercatori hanno iniziato a condurre degli studi approfonditi che riguardano le tracce genetiche del coronavirus, ricostruendo l’inizio della sua storia evolutiva e tracciandone la diffusione nel tempo e nello spazio. Secondo queste analisi, il virus avrebbe avuto origine proprio in Cina dove ha dato origine ad una famiglia di coronavirus che si è poi diffusa in tutto il mondo. Questo progenitore di SARS-CoV-2 è stato identificato grazie all’impiego dell’analisi dell’ordine di mutazione che si basa sull’analisi dei ceppi mutanti. Grazie a questa tecnica filogenetica è stato sì possibile ricostruire le rotte del nuovo coronavirus, ma bisogna andare con i piedi di piombo perché il ‘caso SARS-CoV-2’ non può dirsi ancora definitivamente chiuso.