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La variante indiana inizia a preoccupare sempre di più, e non solo visto l’effetto che sta avendo in India. Questo ceppo era stato identificato già l’anno scorso, ma nuovi studi sul Covid-19 stanno sottolineando la pericolosità della suddetta. Per l’OMS è stata classificata come un pericolo globale visto che il virus riesce a diffondersi con molta più facilità. Il codice identificato di questa variante è B.1.617 a causa della sua mutazione della proteina spike, anche se in realtà ha diverse di queste mutazioni.

Le parole di Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “Stiamo classificando questo come una variante della preoccupazione a livello globale. I sono alcune informazioni disponibili che suggeriscono una maggiore trasmissibilità”.

 

Covid-19: la variante indiana

La dichiarazione di Soumya Swaminathan, capo scienziato dell’organizzazione: “Anche se c’è una maggiore trasmissibilità dimostrata da alcuni studi preliminari, abbiamo bisogno di molte più informazioni su questa variante del virus e questo lignaggio e tutti i sotto-lignaggi. Quello che sappiamo ora è che i vaccini funzionano, la diagnostica funziona, gli stessi trattamenti utilizzati per il normale virus funzionano, quindi non c’è davvero bisogno di cambiare nessuno di questi.”

Come abbiamo visto con la variante inglese del coronavirus nel Regno Unito. Non agire per tempo per arginare una variante più infettiva può causare molti più morti con un aumento di contagi disarmanti. In India stiamo vedendo lo stesso con numeri fuori da ogni scala, soprattutto quelli sommersi, così come i morti da Covid-19, e anche in questo caso si parla di un numero profondamente sottostimato.

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