A Facebook è stato ordinato di non raccogliere più i dati degli utenti di WhatsApp, l’app di messaggistica comparata dalla compagnia dietro il social network diversi anni fa. A deciderlo è un regolatore tedesco sulla base del fatto che ritengono i nuovi termini illegali. Attualmente il divieto vale tre mesi, ma ovviamente continuerà se l’approccio non verrà cambiato.
Questa decisione, va da sé, che vale solo per gli utenti tedeschi, ma non potrebbe finire così. Lo stesso regolatore ha invitato gli altri paesi dell’Unione Europea a fare lo stesso da arrivare a una decisione comune su un argomento ormai spesso al centro dell’attenzione. Ovviamente il tutto non andrebbe a interessare solo WhatsApp.
Le parole del regolatore, Johannes Caspar sul caso di Facebook e di WhatsApp: “L’ordine mira a garantire i diritti e le libertà di milioni di utenti che stanno accettando i termini in tutta la Germania. Dobbiamo prevenire danni e svantaggi legati a tale procedura.”
Per WhatsApp, o meglio dire per Facebook, questa decisione va a compromettere la fetta più grande di business. Come si è già visto con il caso di Apple, impedire la profilazione degli utenti impedisce le pubblicità mirate che quindi vanno a fare guadagnare molto di meno il colosso visto che viene pagato di meno dagli inserzionisti.
Ovviamente WhatsApp, via Facebook, si è difesa e non ha intenzione di bloccare l’implementazione dei nuovi termini. A detta loro è stato malinteso il senso di quest’ultimi e che in nessuno modo sono stati aggiunti per danneggiare gli utenti. Potrebbe essere una lunga battaglia che andrà avanti per mesi, se non anni.