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Chernobyl, nuove reazioni di fissione all’interno del Reattore numero 4

Dopo 35 anni dall’incidente di Chernobyl, la centrale nucleare Ucraina torna a preoccupare gli scienziati. Stando alle nuove rilevazioni effettuare all’interno della struttura, sembra che le masse di uranio ancora presenti abbiano iniziato ad emettere fumo.

Questo fenomeno è causato da nuove reazioni di fissione nucleare che si sono attivate in maniera spontanea. Purtroppo però, le barre di uranio responsabili del fenomeno sono seppellite all’interno del Reattore numero 4, l’epicentro del disastro.

Molte stanze della struttura sono irraggiungibili, quindi non è possibile verificare con esattezza cosa sta succedendo all’interno della centrale di Chernobyl. Gli scienziati stanno lavorando per determinare il problema e soprattutto capire come intervenire.

La Centrale Nucleare di Chernobyl torna a preoccupare

L’obiettivo principale è quello di scongiurare nuovi incidenti. L’opinione condivisa dagli scienziati Ucraini è quello che le reazioni si esauriranno in maniera autonoma, così come sono iniziate. In questo scenario non ci sarà bisogno di alcun tipo di intervento umano e ogni problema sarà scongiurato.

Tuttavia, non si possono escludere scenari meno positivi. Infatti, altri studiosi come Anatolii Doroshenko, dell’Institute for Safety Problems of Nuclear Power Plants (ISPNPP), ritengono che le reazioni potrebbero intensificarsi con il passare del tempo.

All’interno del reattore numero quattro della Centrale Nucleare di Chernobyl di sono presenti oltre 170 tonnellate di uranio irradiato che rappresentano il 95% del combustibile originale. I sensori stanno rilevando un numero crescente di neutroni, sintomo che ci sono fissioni in atto. Se la situazione dovesse peggiorare, potrebbe verificarsi un nuovo incidente nucleare.

L’unico aspetto positivo è che potrebbero volerci anni prima che la situazione diventi critica. Questo lascia del tempo agli scienziati per analizzare con accuratezza i dati e stilare un piano di intervento.

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Pubblicato da
Alessio Amoruso