Il Long March 5B è stato lanciato nello spazio a fine aprile. Lo scopo della missione era costruire la nuova stazione spaziale cinese. Il razzo ha iniziato improvvisamente a perdere quota. Fortunatamente l’atterraggio così imprevedibile non si è rivelato anche del tutto catastrofico. Si temeva che il razzo colpisse intere città. La Cina ha dichiarato che la maggior parte dei detriti sono scomparsi a causa dell’impatto mentre altri sono rientrati nell’atmosfera, principalmente nell’Oceano Indiano (luogo in cui c’è stato lo scontro tra il razzo e il nostro Pianeta).
Non si sa ancora con certezza se i detriti siano finiti solo in acqua o anche sulla Terra. L’amministratore della NASA, Bill Nelson, ex senatore e astronauta, ha criticato l’approccio della Cina agli standard di sicurezza. “Le nazioni in viaggio nello spazio devono ridurre al minimo i rischi per le persone e le proprietà sulla Terra del rientro di oggetti spaziali. Inoltre, devono massimizzare la trasparenza riguardo tali operazioni”.
“È chiaro che la Cina non riesce a soddisfare gli standard per quanto riguarda i detriti”. Ha aggiunto: “è fondamentale che la Cina e tutte le nazioni ed entità commerciali che viaggiano nello spazio agiscano in modo responsabile e trasparente” per garantire la sicurezza e la sostenibilità delle future attività spaziali. Il razzo è decollato dall’isola di Hainan il 29 aprile, trasportando la prima parte del modulo che fungerà da nucleo della futura stazione spaziale. L’astrofisico dell’Università di Harvard, Jonathan McDowell, ha affermato che la potenziale zona colpita da alcuni detriti potrebbe essere a nord di New York, Madrid o Pechino e a sud fino al Cile meridionale o Wellington, in Nuova Zelanda.
“Fa sembrare pigri i progettisti di missili cinesi” dichiara Wang Wenbin, portavoce del ministero degli Esteri cinese, ricordando che è “pratica comune” che parti di razzi brucino quando raggiungono l’atmosfera. “La probabilità di danni alle strutture o persone sulla Terra è estremamente bassa”. L’astrofisico di Harvard, McDowell, che ha seguito la discesa del razzo, ha ribadito che “un atterraggio nell’oceano era statisticamente il più probabile”.