Ci sono forti dubbi sul destino a lungo termine del programma cashback. Il programma che prevede rimborsi per gli italiani che si impegnano a pagamenti con carta di credito, carta di debito o altri strumenti di moneta digitale potrebbe essere presto accantonato.
Cashback e rimborsi: cosa cambia con il possibile addio del programma
La discussione politica sul cashback, nei partiti che sostengono la maggioranza del Governo Draghi, è tutt’ora aperta. Gran parte della stessa maggioranza ritiene la misura inutile e controproducente per le casse dello Stato.
A bilancio, il cashback prevede un costo pari a 5 miliardi di euro. Questo costo dovrebbe essere compensato dai benefici netti della misura. Il cashback nasce in primo luogo come micia per contrastare l’evasione fiscale delle piccole spese quotidiane. Importante è inoltre il valore di tale programma come sostegno ai consumi, specialmente in questa fase particolare di emergenza pandemica, con relative ripercussioni sull’economia.
Lo scetticismo sul cashback potrebbe portare ad una cancellazione già nel corso dei prossimi mesi. Per quanto concerne le ripercussioni dirette per i partecipanti al cashback, giungono rassicurazioni nell’immediato. I rimborsi accumulati dagli italiani durante il primo semestre dell’anno non sono assolutamente in pericolo e saranno accreditati sui conti correnti già entro il prossimo mese di Luglio.
Lo stesso discorso vale anche per i rimborsi che dovrebbero essere emessi nel secondo semestre. Laddove il cashback non venisse eliminato entro l’estate, non ci sarebbero problemi nemmeno per la seconda parte dell’anno. Le discussioni su una possibile cancellazione della misura guardano ad un arco di tempo più ampio, a partire dal prossimo 2022.