L’Agenzia italiana del Farmaco si occupa di monitorare costantemente l’andamento del piano vaccinale in Italia andando a raccogliere anche i dati relativi agli effetti collaterali. L’ultimo rapporto, il quarto e rilasciato questa settimana, indica ancora una volta come c’è un vaccino nello specifico che causa più reazioni avverse e non è quello di AstraZeneca.
Le segnalazioni vanno dall’inizio della campagna, il 27 dicembre scorso, alla fine del mese scorso, il 26 aprile; ci vuole tempo per mettere insieme tutti i dati, per questo manca metà maggio. Si parla di una somministrazione di 18.148.394 dosi di vaccino la cui fetta più grossa e da attribuire a Pfizer e la seconda ad Astrazeneca.
In tutto sono state segnalate 56.110 persone che hanno sviluppato effetti collaterali, quindi un tasso di 309 ogni 100.000 dosi. Il 91% di queste non sono ritenute gravi quindi si parla di effetti legati al sito di inoculazione o effetti sistemici come mal di testa o stato di affaticamento; il vaccino di Pfizer è legato più agli effetti locali e AstraZeneca a quelli sistemici.
AstraZeneca e Pfizer: la conta degli effetti collaterali in Italia
Il trattamento di Pfizer è responsabile per il 75% delle segnalazioni nonostante le dosi somministrate sia il 70,9% del totale. Quelle di AstraZeneca sono il 22%, moderna il 3% e Janssen lo 0,1%. Gli effetti collaterali gravi sono stati segnalati con un’incidenza di 27 casi ogni 100.000 dosi di vaccino somministrate, l’8,6% del totale; i dati non fanno differenza tra prima e seconda dose.
Per quanto riguarda i coaguli di sangue, sono stati segnalati 34 casi, sempre facendo riferimento al periodo di tempo sopracitato. 29 di questi risultano essere trombosi venose intracraniche mentre 5 sono casi di trombosi venose in sede atipica. 22 casi su 34 sono stati segnalati su donne con un’età media di 48 mentre il restante è stato visto nei maschi con un età media di 52 anni. Di solito l’effetto collaterale compare dopo 8 giorni dall’inoculazione.