Passaparola dopo passaparola, molti utenti della piattaforma americana Netflix hanno approfittato della condivisione della password per godersi tutte le serie tv presenti. Lo stesso colosso dello streaming ha da sempre ignorato tale “magheggio” per guadagnarci su ed ottenere sempre più utenti (ben 200 milioni di abbonati). Il 2021 cambierà per sempre le carte in tavola?
Negli Usa, in via sperimentale, era già nell’aria l’idea di avviare una verifica dell’utenza. La crescita improvvisa delle altre piattaforme di streaming però, ha poi fatto cambiare idea a Netflix. Ora, superati i 200 milioni di abbonati, la situazione è mutata nuovamente. Netflix ha dichiarato paradossalmente che scambiare la password è vietato, anche se al momento le cose sono rimaste com’erano.
Netflix: cosa accadrà nei prossimi mesi?
Ciò che attira principalmente i nuovi clienti, sono le esclusive. Queste però hanno costi a dir poco elevati. Per esempio, il costo di un game changer, nonché un prodotto che potrebbe smuovere il mercato per il suo peso (come il Signore degli Anelli), è calcolato intorno ai 450 milioni di dollari solo per la prima stagione. Ossia ben quattro volte il costo di una produzione di Game of Thrones.
Le perdite rappresentano una piccola parte degli introiti complessivi: per l’anno 2019 per esempio, le piattaforme online hanno lasciato sul terreno 2,5 miliardi di dollari, con una crescita che ha sfiorato i 3,5 (poco più del 3% del totale dei guadagni). Ad ogni modo mettere dei controlli sull’utenza aiuterà Netflix ad uscire dal rischio di rosso nei bilanci e dalla possibilità di dover aumentare il costo degli abbonamenti. In parole semplici, il 40% degli utenti condivide le proprie password per risparmiare sui costi dell’abbonamento, con un picco del 56% per la fascia di età 18-29 anni.