Lo sviluppo di tecnologia e scienza, specie quello delle IA, apre quotidianamente nuove prospettive nei campi più disparati. Tra questi però alcune scoperte aprono necessariamente la strada a nuovi dibattiti sull’utilizzo della tecnologia. È il caso della giustizia predittiva, ma di cosa si tratta? Con la giustizia si indica la possibilità di predeterminare l’esito di un giudizio attraverso l’utilizzo di commutatori e intelligenza artificiale.
Un tema ampiamente trattato in letteratura, specie dopo la nascita della corrente cyberpunk; in tal senso è emblematico il film diretto da Steven Spielberg, con Tom Cruise, Minority Report, tratto dall’omonimo libro di Philp K. Dick, padre putativo del cyberpunk. Ma al di la della letteratura, quali potrebbero essere le applicazioni di questa nuova scienza?
Scienza: l’intelligenza artificiale per “calcolare” i reati
Di recente negli USA e in Europa sono partiti due progetti che cercano di stabilire le realizzi applicazioni di questa nuova scienza. L’uso della tecnologia nel campo della giustizia predittiva è stato analizzato nei progetti Predpol e Precobs.
Il primo progetto ha sfruttato l’intelligenza artificiale per stabilire le aree della città in cui è maggiore la possibilità che avvengano reati; similmente il secondo, Precobs, sfruttando dati come la zona della città, tipologia di crimine e orario, ha certato di stabilire uno schema che potesse prevenire l’attuazione di un crimine. Entrambe le sperimentazioni hanno dato esiti incoraggianti; tuttavia permane la sempiterna domanda sull’etica. Si può incriminare una persona per un’azione che non è stata ancora compiuta? Perché un reato avvenga basta la potenza o è necessario la fattualità dell’atto?