Ieri c’è stato uno dei più grossi crolli di valore del Bitcoin, anche se poi ha avuto un timido rialzo che ha permesso di contenere le perdite. La colpa, stranamente, a questo giro non è di Elon Musk, ma della Cina. Il paese in questione sta diversi anni provando a bandire tutto quello legato alle criptovalute anche perché vogliono spingere su una valuta digitale nazionale.
Il crollo del valore del Bitcoin è costato caro agli investitori, soprattutto quelli dell’ultima ora. Sono stati bruciati 800 miliardi di dollari, e si parla solo di questa criptovaluta. Quasi tutte sono crollate e anche con percentuali ben più alte, come Ethereum. Ieri si sono viste un numero impressionante di transazioni visto che in molto hanno cercato di vendere causando ancora di più la discesa.
Bitcoin: persi 800 miliardi di dollari in una settimana
Secondo alcune analisi, nella sola giornata di ieri sono state chiuse 730.000 posizioni di Bitcoin per una valore di 8 miliardi di dollari, che rimane comunque solo 1% di quanto perso. C’è da dire che i più esperti, guardando a quello che stava accadendo, si sono sfregati le mani con gioia sapendo che stava arrivando il momento di investire ancora più soldi e così è stato.
Il Bitcoin ha tutto sommato retto bene tanto che, come detto, la crescita del valore è riiniziata con molti che hanno acquisto ulteriori token da tenere da parte convinti che continuerà a salire. Solo il tempo gli darà ragione, almeno finché altri paesi non decideranno di seguire l’esempio della Cina, o fino a quando Elon Musk non avrà finito di fare i comodi suoi.