Adesso, a trentacinque anni dalla tragedia, si torna a guardare con preoccupazione il sito, ormai abbandonato. Negli ultimi tempi infatti si è registrato un aumento nella quantità di neutroni prodotti nella stanza 305/2. Un segnale d’allarme che potrebbe indicare la ripresa delle attività di fissione, le conseguenze, in quel caso, non sarebbero da sottovalutare.
Le conseguenze della ripresa dell’attività di fissione nella centrale di Chernobyl si ripercuoteranno sicuramente a livello ambientale ma, purtroppo, non è questa l’eventualità peggiore; tra le ipotesi al vaglio degli scienziati infatti non viene esclusa la possibilità di una nuova esplosione. Un’eventualità questa che ovviamente si cercherà, qualora ci fosse bisogno, di scongiurare i qualsiasi modo.
Pe cercare di limitare questa possibilità infatti l’Ucraina si sta già mobilitando per rimuovere il combustibile nucleare dal sito; va però in prima istanza individuato il giusto luogo in cui scaricare le scorie per evitare che le radiazioni causino ulteriori problemi. Una volta fatto ciò, nel momento in cui l’attività nucleare dovesse ridursi, si potrà procedere con l’estrazione, e successivamente con lo stoccaggio delle scorie.