Stiamo ancora pagando le conseguenze di quel 26 Aprile 1986 mentre masse di uranio minacciano la stabilità dell’ecosistema in questo già travagliato 2021. I sensori posti attorno alla centrale nucleare monitorano una situazione che non sembra affatto delle migliori. Gli scienziati ucraini cercano di capire se le reazioni nucleari possano placarsi autonomamente o se vi sia necessità di interventi straordinari per evitare un altro incidente catastrofico.
Come narrato dall’autorevole rivista Science
si pone un grosso problema a margine delle dichiarazioni fatte dagli esponenti del prestigioso Institute for Safety Problems of Nuclear Power Plants (Ispnpp) a Kiev. Stando a quanto riferito in occasione della Conferenza voluta per l’anniversario del disastro ci sarebbero molte incertezze con Maxim Savelieviu che afferma: “E non possiamo ancora escludere la possibilità di un incidente”. Insomma, una persistente minaccia incombente.Dal 2016 è attivo il cosiddetto New Safe Confinement (Nsc), un autentico sarcofago di contenimento costruito dalle autorità sovietiche attorno al famigerato Reattore 4. Grazie a questo componente il numero di neutroni è rimasto stabile ma ha ceduto in alcuni punti raddoppiando i rischi di diffusione del materiale nocivo. La sfida si preannuncia complicata ed esiste “Il timore che la reazione di fissione acceleri in modo esponenziale, portando a un rilascio incontrollato di energia nucleare”, così come confermato da Neil Hyatt, chimico dell’Università di Sheffield.