vaccino covid Sta procedendo con grande velocità la somministrazione agli italiani del vaccino contro il Covid-19 e pare che molte persone siano finalmente pronte a ricevere la seconda dose. Ma molti si stanno ponendo una domanda nelle ultime ore: cosa si rischia se si è costretti a far slittare la data? Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, specifica che:

“La prima dose offre già dopo circa 15 giorni dalla somministrazione, una copertura che sfiora l’80 per cento e rimane attiva per circa 6 mesi. La seconda serve a rafforzare la protezione nel tempo, portandola fino a 9-12 mesi. Una prassi consolidata anche per altri vaccini, come ad esempio l’antitetanica, che va ripetuta a distanza di dieci anni, per non compromettere la validità dell’immunizzazione”.

 

 

Vaccino Covid: il risultato finale potrebbe vanificarsi?

Un’altra domanda che tutti si stanno facendo è: quanto tempo si può attendere per far sì che il risultato non si vanifichi? Precisa Pregliasco che: “Sarebbe meglio non oltrepassare i 90 giorni altrimenti si rischia di dover ricominciare daccapo. Più ci allontaniamo dai 90 giorni di intervallo tra una dose e l’altra più si rende necessario dover ripartire, somministrando nuovamente la prima dose. E quindi le dosi diventerebbero tre”.

Conclude il professore: “L’indicazione, valida per Pfizer e Moderna, è estendibile a tutti i sieri. Ovvio che è meglio prendere in considerazione l’ipotesi di spostatare in avanti la data del richiamo soltanto se si è impossibilitati a presentarsi per motivi veramente seri. In assenza di valide ragioni il suggerimento è quello di rispettare il calendario vaccinale proposto per non ostacolare lo svolgimento della campagna di immunizzazione”. 

VIAquotidiano
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