La variante indiana del coronavirus, come detto anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è quella che attualmente preoccupa di più a livello globale. Il problema principale è l’estrema contagiosità tanto che secondo nuove analisi, servirebbero due dosi dei vaccini per proteggere a dovere contro di essa. A suggerirlo sono stati i funzionari sanitari inglesi che si trovano proprio ad affrontare tale variante.
Dopo l’India, ma con grande distacco, è il Regno Unito il paese che presenta più casi di contagio dovuti alla variante in questione. I numeri di contagi stanno crescendo così tanto che la Germania ha imposto di nuovo la quarantena nei confronti di questo paese nonostante l’altissimo numero di vaccinati. Il motivo non è dietro l’inefficacia dei vaccini, ma il fatto che la fetta più grande della popolazione ha ricevuto ancora solo una dose, appunto.
Vaccini Covid-19: la variante indiana
Secondo uno studio della Public Health England, due dosi del vaccino di Pfizer garantiscono un’efficacia nel prevenire la malattia sintomatica all’88% contro la variante indiana B.1.617.2 dopo due dosi e se è sono passate almeno due settimane. Contro la variante inglese l’efficacia è del 93%, la variante che fino a poco fa era quella più comune nel Regno Unito.
Tra i vaccini che necessitano di due dosi, AstraZeneca è ancora una volta quello meno efficace visto che si parla di una protezione del 60% contro il ceppo indiano e 66% contro quello inglese. Detto questo, si parla sempre della capacità di impedire la comparsa dei sintomi del Covid-19, mentre l’efficacia nel prevenire i casi più gravi è molto più alta.