La malattia causata dal SARS-CoV-2 è in grado in alcune persone di diventare particolarmente aggressive. Se è anche vero che la maggior parte delle persone supera il Covid-19 senza neanche sviluppare sintomi, per alcuni il decorso è molto più complicato e lungo mentre per altri risulta mortale. Il coronavirus è in grado di attaccare diversi organi in modo diretto e indiretto, ma c’è dell’altro.
Secondo un nuovo studio, il coronavirus in questione potrebbe essere in grado di attivare un virus primitivo presente nell’uomo da migliaia di anni. La scoperta è stata fatta in Brasile, uno dei paesi più colpiti dal Covid-19 e che ha visto un aumento sensibile del numero di persone nelle terapie intensive.
Il virus che andrebbe ad attivarsi è uno della famiglia di retrovirus endogeni umani K. Secondo i primi studi inerenti al Covid-19, il virus sarebbe in grado di far peggiorare il decorso della malattia per una persona così come anche aumentarne la possibilità di morte.
Covid-19: uno degli aspetti critici della malattia
Le parole dell’autore principale di questo studio sul Covid-19: “La progressione da casi lievi a gravi era stata associata a ipossia, infiammazione incontrollata e coagulopatia. Tuttavia, i meccanismi coinvolti con la mortalità in casi molto gravi non sono ancora ben noti. Per questo, lo studio ha cercato di comprendere il viroma dell’aspirato tracheale da individui in ventilazione meccanica, cioè i virus presenti nel campione. I test hanno mostrato livelli elevati di HERV-K, rispetto ai test di pazienti con casi lievi e pazienti non infetti.”
Se lo studio in questione deve ancora essere valutato da altri ricercatori, i dati sembrano dare ragione agli autori. Analizzando una popolazione particolarmente colpita dal Covid-19 con livelli di mortalità più alti si è visto una maggiore presenza dell’HERV-K.