auto-elettriche-ricarica-wireless-movimento Una delle maggiori preoccupazioni per chi passa ad un’auto elettrica è sicuramente la carica della batteria. Nessuno vorrebbe ritrovarsi nel bel mezzo del nulla senza una presa di corrente disponibile. Le EV hanno bisogno di una ingente quantità di energia e non sempre è possibile accedere agilmente alle colonnine che appaiono, in questo momento, piuttosto rade se raffrontate ai distributori di carburante diesel, benzina e gas.

Una soluzione al problema della ricarica elettrica potrebbe sopraggiungere dalla Cornell University, situata a Ithaca, nello stato di New York, dove è in corso lo studio di una prospettiva sul futuro davvero niente male: ricaricare l’auto elettrica in autostrada mentre si viaggia. Scopriamo in cosa consiste in questo primo approccio.

 

Auto elettrica scarica? Non più con le nuove “autostrade energetiche”

Chiaro che un progetto simile non si possa attuare nel giro di qualche mese ma il fatto che le autostrade possano fungere da powerbank è davvero esilarante considerate le preoccupazioni di chi ha acquistato una vettura a batteria e chi ancora desiste per le stesse motivazioni.

Secondo il progetto un veicolo in impellente stato di avaria può spostarsi su una apposita corsia di ricarica che dopo pochi chilometri fornirà il vantaggio di una lunga percorrenza nei limiti stabiliti dal proprio costruttore. In altre parole la batteria sarà completamente carica con una fattura che verrà inviata direttamente al conducente dopo l’identificazione del veicolo.

Per fare in modo che tutto funzioni a dovere i ricercatori hanno sviluppato adeguate piastre metalliche conduttrici da alloggiare sull’asfalto e collegate alla linea elettrica a valle di un inverter. I campi elettrici che si creano sono in grado di ricaricare le auto attraverso il manto stradale in modalità wireless. Una ricarica induttiva che ai giorni nostri sembra davvero fuori da ogni schema ma che secondo gli studi riesce a caricare un’auto a 18 centimetri di distanza dalla piastra.

Maggiori informazioni si possono reperire attraverso questo documento dove gli esperti segnalano inoltre che:

“Il trasferimento di potenza in wireless si basa sullo stesso principio fisico sottostante l’invio dei messaggi attraverso le onde radio ai veicoli spaziali come il Voyager.
La differenza principale, ovviamente, è che nella nostra applicazione inviamo molta più energia e su distanze molto più corte”.

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