Le altre Agenzie Spaziali sarebbero in grado di progettare i loro lander lunari senza la necessità di ingombranti dispositivi di comunicazione e navigazione a bordo. Ciò permetterebbe di avere più spazio per trasportare altri carichi. In questo modo oltre a risparmiare spazio si risparmierebbe anche il costo di ogni lancio. L’ESA dispone di una flotta di satelliti di osservazione in orbita attorno alla Terra che forniscono dati meteorologici, climatici e di altro tipo. Dunque questa tipologia di progetti è su misura per un’Agenzia di tale portata.
L’ESA ha anche una costellazione di satelliti, noti come Galileo, che forniscono servizi di localizzazione estremamente accurati per competere con il sistema GPS che ha sede negli Stati Uniti. Questo evidenzia anche la debolezza dell’Agenzia europea: a differenza di Stati Uniti, Cina o India, l’ESA non ha programmi ambiziosi in vista. Tuttavia, spera di collaborare con la NASA per costruire un “portale lunare”, punto di riferimento per le future missioni lunari.
Il progetto pensato dall’ESA prevede il primo di questi satelliti, chiamato “Lunar Pathfinder“, che dovrebbe essere operativo entro il 2024. “Se approvato, il progetto potrebbe iniziare a pieno ritmo già all’inizio del 2023 per garantire che tutto sia pronto entro quattro o cinque anni a partire da adesso”, dichiara David Parker, direttore dell’Agenzia.