L’arrivo di nuovi operatori sul territorio italiano ha forzato gli operatori storici a “svecchiare” le proprie offerte e anche a eliminare tutta una serie di consuetudini talvolta ambigue che confondevano i clienti.
Tra queste, ad esempio, la sussistenza di contratti poco chiari e che spesso contenevano postille e clausole non citate al momento della sottoscrizione. Tutte pratiche che, successivamente, andavano a pesare sulle tasche del cliente – che magari si ritrovava addebitati costi aggiuntivi e non previsti.
Conoscendo queste dinamiche, al momento dell’approdo in Italia l’azienda francese Iliad rese il contratto molto più trasparente e di più facile fruizione, rimuovendo tutti i costi nascosti e disattivando i servizi aggiuntivi.
Sono passati 3 anni dalla nascita di Iliad Italia: come sono cambiate le cose negli altri operatori?
In questi giorni ricorre il terzo anniversario dall’arrivo di Iliad in Italia, e si può dire che da quel momento sono cambiate numerose dinamiche nella fruizione dei servizi, soprattutto lato mobile.
Gli operatori nostrani più longevi, più per recuperare la clientela perduta che per reale ravvedimento rispetto alle pratiche scorrette del passato, ora sembrano propensi a inserire anche loro nel contratto il blocco dei servizi a pagamento. Come nel caso di TIM, che ora sfrutta questa novità nel proprio servizio come stratagemma pubblicitario.
Le condizioni contrattuali restano piuttosto oscure in alcuni punti, ma a fronte di una maggiore consapevolezza dei clienti, i gestori sono ben più disposti a offrire delucidazioni ed eventualmente emettere rimborsi in caso di problematiche.
Le innumerevoli battaglie dell’AGCOM sono valse a qualcosa, obbligando gli operatori a rimborsare i propri clienti in caso di mancata richiesta di un servizio (come accade per i VAS).