I dati parlano chiaro. In Italia non ci rendiamo conto di quante ore passiamo nella nostra macchina nel giro di un anno, ma se dovessimo fare un calcolo, i risultati ci toglierebbero le parole. Premesso che ci sono 663 automobili per 1.000 abitanti (seconda solo al Lussemburgo in Europa) e il 64% della popolazione utilizza l’auto per gli spostamenti, il tempo medio per compiere un percorso (compresi imprevisti e traffico) è superiore a quello previsto in assenza di traffico di almeno il 20%. Ciò significa che ogni anno si spreca l’equivalente di oltre 10 giornate lavorative, con una punta di 21,5 giornate a Roma e 18,6 a Milano. Ma non finisce qui.
Rapportando il tasso di crescita del parco autovetture a quello della popolazione, si evince che è aumentata la quota di autovetture pro capite, la quale passa da 572 autovetture per 1.000 abitanti del 2000 ai 663 del 2019.
Non va ignorato un altro elemento: viaggiare da soli. Secondo una ricerca Anci, infatti se ogni auto trasportasse due persone, circolerebbero 628mila auto in meno, con visibili benefici economici, ambientali, ma anche inerenti alla viabilità.
Nomisma consiglia di «raggiungere e sostenere un ragionevole equilibrio tra le esigenze crescenti di mobilità e soluzioni sostenibili da un punto di vista economico, sociale e ambientale» con «un ripensamento profondo sia dei modelli di offerta che delle modalità di regolazione del mercato». Lo stesso Giulio Santagata, consigliere di Nomisma, sottolinea: «Lo studio conferma la crisi del modello attuale, dovuta principalmente alla sua rigidità. Occorre per questo favorire la flessibilità, attraverso una regolazione del mercato che favorisca la concorrenza».