Poparazzi è la nuova app “anti-social” che in America sembra aver già surclassato Clubhouse e che presto potrebbe anche spiazzare Instagram. La logica della nuova piattaforma è del tutto opposta a quella adottata dai Social più utilizzati e proprio ciò sembra costituire il suo punto forte. A differenza di Instagram, infatti, Poparazzi non si basa sulla pubblicazione di scatti personali, pur essendo un’app dedicata alla condivisione di foto e video.
Poparazzi: cos’è e come funziona la nuova rivale di Instagram!
Nessun Selfie, soltanto foto scattate da amici che andranno a creare il profilo del singolo utente, il quale non potrà condividere scatti personali ma soltanto assistere alla crescita del suo account tramite le foto scattate e scelte dagli amici. Così Poparazzi si pone l’obiettivo di ribaltare quanto proposto dalle tipiche app, ma non solo.
A rendere Poparazzi ancora più rivoluzionaria è la totale assenza di filtri. Gli utenti non potranno condividere immagini ritoccate ma soltanto scatti raffiguranti la realtà così com’è percepita dall’obiettivo.
La volontà di Poparazzi è quella di rovesciare i meccanismi sui quali si fonda ormai l’utilizzo dei Social e promuovere un atteggiamento quanto più sano e inclusivo tra gli utenti. La nuova app elimina la figura dell’influencer e con essa il senso di inadeguatezza che potrebbe scaturire in alcuni utenti alla visione di ideali di perfezione sostanzialmente astratta.
Pur definendosi “l’anti-Selfie-club” e pur difendendo una causa per la maggior parte degli aspetti positiva, Poparazzi potrebbe non essere esente dalla nascita di sentimenti avversi tra l’utenza. La divulgazione di immagini-artificio e di uno stile di vita fin troppo perfetto non circola esclusivamente tramite i Selfie. Foto di gruppo tra amici potrebbero, infatti, suscitare lo stesso sentimento di insicurezza in quella fetta di utenti più solitaria o introversa.
Poparazzi potrebbe comunque offrire un contributo non indifferente nella diffusione di un nuovo modo di percepire i social ma resta da scoprire se il fenomeno si espanderà, trovando una buona accoglienza anche nel nostro Paese, o meno.