I cybercriminali non si fermano. Anzi sono esperti nel raggirare le persone là dove si tratta di situazioni necessarie e importanti come ad esempio sussidi, disoccupazione o cassa integrazione. E in tempi di Covid-19 questi sono indispensabili. A lanciare l’allarme su una nuova pericolosa truffa è la Polizia di Stato. Si tratta di un falso SMS INPS che mette in guai seri gli utenti. Il rischio è quello di perdere tutti i propri risparmi.
Si tratta di un vero e proprio attacco smishing. La cosa spregevole è che fa leva sulle necessità delle persone. In pratica va a toccare ciò che gli utenti stanno attendendo da mesi in merito qualche sostegno INPS. Ecco tutti i dettagli per non cadere nella trappola.
La segnalazione arriva da una signora di Orvieto che ha prontamente chiamato la Polizia. Si tratta di un falso SMS che la donna ha ricevuto e che sembrava provenire proprio dall’INPS. Questo messaggio avvisa l’utente che è stato emesso un bonifico dall’ente a suo favore.
Per poter verificare il buon fine invita a cliccare su un link presente nel testo. Questo, a detta del messaggio, rimanda a una pagina
dove, per comodità, sono indicati tutti i siti delle principali banche italiane. Una volta selezionata la propria, per attestare l’avvenuto accredito, bisogna accedere utilizzando le proprie credenziali. E se il mittente è l’INPS perché preoccuparsi? Purtroppo però in questo modo gli hacker hanno accesso completo al denaro del povero malcapitato. E il finale lo conosciamo già.
Il problema più grosso è che dietro tali messaggi c’è un gruppo di criminali esperti in cybercrimine, capaci di appropriarsi dei dati personali con estrema facilità. La loro tecnica è proprio quella di togliere ogni dubbio all’utente sfruttando nomi importanti. Nel caso specifico si tratta di INPS.
Occorre prestare molta attenzione e seguire i consigli degli esperti che vietano di cliccare su link che arrivano tramite SMS. Anche INPS sul suo portale ha pubblicato un vademecum contro le truffe online. Soprattutto se si tratta di accedere al proprio Home Banking. In questi casi però anche le banche sono responsabili perché non dovrebbe essere così facile per i criminali mettere a segno il raggiro.