Non sono giorni felici per Elon Musk. Dopo il crollo di Bitcoin ora Tesla va a fuoco. Nuove notizie sono emerse dalle indagini sull’incendio che ha colpito il cantiere impegnato alla realizzazione di un nuovo sito produttivo di Tesla in Germania. Pare sia un gruppo radicale ad aver appiccato il fuoco alla Gigafactory. Ecco chi lo ha rivendicato e con quali dichiarazioni.
Tra i primi a twittare la notizia dell’incendio, scoppiato nel cantiere dedicato alla realizzazione di una nuova Gigafactory di Tesla in Germania, è stato il Corriere della Sera.
Singolare è stata la rivendicazione pubblicata sul sito internet Indymedia di estrema sinistra. A firmarla è stato il gruppo radicale tedesco Vulkangruppe. Quello a Tesla non è il primo caso di lotta incendiaria realizzato da questi soggetti. L’accusa è di incendio doloso e, secondo gli inquirenti, pare molto probabile siano stati proprio loro.
“Tesla non è né verde, né ecologica né sociale, il nostro fuoco è contro le bugie
dell’automobile verde“. Eccolo il motivo scatenante questa azione. Ed è sempre Vulkangruppe a descrive come hanno provocato l’incendio doloso: “Abbiamo tagliato l’alimentazione elettrica al cantiere della Tesla Gigafactory a Grünheide, vicino a Berlino, nella notte tra il 25 e il 26 maggio 2021, dando fuoco a sei cavi ad alta tensione posati in superficie“.
Ancora una volta Elon Musk ha suscitato controversie nella scelta del sito dove realizzare la nuova Gigafactory di Tesla in Germania. La nuova realtà sarebbe in costruzione proprio nella foresta di Grünheide. Diverse sono state le denunce mosse dagli ambientalisti contro questa decisione.
Tuttavia, nonostante non sia stato fatto nulla per spostare le specie a rischio, tra cui rettili pipistrelli e altri volatili, i giudici tedeschi hanno dato ragione a Tesla. Questo sta facendo nascere quindi malcontenti che potrebbero sfociare in manifestazioni accese di protesta.
Certo è che l’incendio ai danni di Tesla va condannato a prescindere, nonostante si possa essere dalla parte della natura e degli animali.