Gli Hard Drive o dischi rigidi (HDD) sono costituiti da due componenti: un piatto e una testina. I dati vengono scritti sul piatto utilizzando la testina magnetica, che si muove rapidamente mentre ruota. Lo spazio tra la testina e il piatto diminuisce continuamente per consentire densità più elevate. Gran parte di questa distanza è occupata da rivestimenti a base di carbonio, che proteggono il piatto da danni meccanici e corrosione. Questi rivestimenti sono passati nel tempo da 12,5 nm a soli tre nanometri, 3000 volte più larghi di un capello umano. I ricercatori sono riusciti a renderlo ancora più stretto con l’aiuto del grafene.
I rivestimenti tradizionale sono meno resilienti dei sottili strati di grafene, che creano meno attrito e combattono meglio la corrosione. Uno strato di grafene, dicono i ricercatori, potrebbe ridurre la corrosione di quasi tre volte. I test, tuttavia, sono stati eseguiti con rivestimenti di quattro strati. Quelli utilizzati attualmente non sono in grado di funzionare ad altissime temperature, ma il grafene sì, il che lo rende perfetto per le unità di archiviazione più potenti.
“Dimostrare che il grafene può fungere da rivestimento protettivo per i dischi rigidi convenzionali e che è in grado di resistere alle condizioni HAMR è un risultato molto importante. Questa scoperta porterà ulteriormente allo sviluppo di nuovi dischi rigidi ad alta densità”, afferma la dott.ssa Anna Ott del Cambridge Graphene Centre, tra i coautori di questo studio. L’aumento della densità dei dati dell’HDD è quindi fondamentale per una registrazione dei dati più sostenibile e duratura.