Al fine di difendere lo Stato da rischi finanziari, la Cina ha vietato dallo scorso mese la possibilità di minare e scambiare Bitcoin o altre criptovalute. Oltre che per i singoli utenti, le restrizioni sono valide anche per banche e servizi di pagamento che offrono servizi legati alla moneta virtuale.
Considerando questi divieti e le dure pene legate ad essi, la Polizia Cinese ha arrestato oltre 1.000 persone. Secondo un nuovo report, sembra che tutti questi individui siano legati a varie organizzazioni criminale con lo scopo di riciclare denaro attraverso i Bitcoin.
I delinquenti, infatti, realizzavano truffe telefoniche o online, come per esempio le email di phishing . In totale, la Polizia ha individuato più di 170 gruppi criminali che utilizzavano le criptovalute riciclare il denaro sporco.
Questo successo della Polizia Cinese fa parte di un operazione molto più grande e complessa che prende il nome di “Operation Card Breaking”. I nuovi 1.000 indagati fanno parte del quinto intervento e, fino ad ora, ha portato all’arresto di 311.000 individui. Le organizzazioni scoperte e smantellate ammontano ad oltre 15.000.
In particolare, i criminali tendono ad utilizzare sia delle SIM false o rubate oltre che dei conti bancari compromessi. Attraverso questi canali, convertono il denaro in Bitcoin per poterlo rendere pulito e riutilizzare lecitamente.
L’utilizzo dei Bitcoin e delle altre criptovalute rende più facile spostare il denaro e più difficile effettuare controlli. Tuttavia, la Polizia Cinese ha inasprito i controlli sulle banche commerciali e sul mercato nero, limitando così le attività criminali.