La Fda (l’autorità Americana per il controllo sui farmaci, Food and Drug Administration) ha approvato il primo farmaco efficace nei confronti dell’Alzheimer. Si chiama aducanumab, e rappresenta un traguardo storico dopo oltre 20 anni di ricerca su questa malattia.
In questi giorni si sono riaccese le speranze di milioni di pazienti nel mondo intero: solo in Italia, 1 milione di persone risulta affetta da demenza senile e ben 600mila dal Morbo di Alzheimer.
A raggiungere questo risultato straordinario la casa farmaceutica Biogen, che però ha ricevuto istruzioni da parte della FDA di mettere a punto nuovi test clinici per confermare ulteriormente l’efficacia.
Per anni le terapie studiate per l’Alzheimer sono state bocciate dalle autorità farmaceutiche, talvolta destando la perplessità della comunità scientifica. Oggi, dopo due decenni di ricerca, si ha a disposizione il primo trattamento che non va solo a prevenire i sintomi di questo tipo di demenza, ma a curarne
il progresso.Nel 2010 ben 35,6 milioni di persone risultavano affette da demenza e la prospettiva di evoluzione parla di un raddoppio entro il 2030, del triplo nel 2050, con 7,7 milioni di nuovi casi all’anno (1 ogni 4 secondi) e con una sopravvivenza media, dopo la diagnosi, di 4-8-anni.
Sull’approvazione si esprime Paolo Maria Rossini, direttore del Dipartimento di neuroscienze-neuroriabilitazione dell’Irccs San Raffaele Roma. E riferisce che “questo nuovo farmaco è il primo in grado di interferire con uno dei tanti ‘killer’, la proteina beta-amiloide” che va a creare depositi a livello cerebrale, ingolfando i collegamenti neuronali. Ma ammonisce “per quello che ricordo ha potenziali effetti collaterali come microemorragie cerebrali. Chi lo farà (stimo in Italia circa 100mila pazienti candidati se ci sarà l’ok dell’Ema e dell’Aifa) dovrà sottoporsi a risonanze magnetiche e aver documentato la presenza della proteina beta-amiloide”.
Non solo Covid, dunque: la ricerca continua anche negli altri campi, e non può che essere una grande notizia.