L’estate è arrivata, ma le leggi non vanno di certo in vacanza. Al contrario, sembra che a breve potremmo andare incontro alla nascita di una nuova tassa patrimoniale (“Next Generation tax”) per mano della Sinistra italiana. Per far sì che questa abbia l’ok, sono necessarie 50mila firme. Come le otterranno? Frequentando i litorali della Penisola e raccogliendo di conseguenza le adesioni degli italiani.
Nella proposta di legge – a cui hanno aderito anche alcune ex grilline (Elena Fattori, Paola Nugnes, Doriana Sarli e Virginia La Mura), il consigliere regionale della Sardegna Massimo Zedda e l’europarlamentare Massimiliano Smeriglio – si ha intenzione di sostituire l’Imu e l’imposta di bollo sui conti correnti bancari e sui depositi titoli con una patrimoniale unica e progressiva sui grandi patrimoni con base superiore a 500mila euro.
Patrimoniale: una nuova legge in arrivo?
“Si tratta di una proposta di giustizia che permette di avere maggiori risorse per i giovani, per i diritti, per gli asili nido, per i libri di testo gratuiti a chi non se li può permettere”, sostiene Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana. E Giovanni Paglia precisa: “La tassa non introduce una patrimoniale, ma riforma quella che c’è già in Italia con una forte dose di progressività e un riequilibrio della pressione fiscale sui ceti a reddito medio e basso”.
“Sarà possibile ottenere un calcolo su quanto si paga oggi e quanto si pagherebbe con la patrimoniale”, ha spiegato Elisabetta Piccolotti, della segreteria di SI. Ed ha proseguito: “Il programma dimostra che la stragrande maggioranza del Paese, il 95% è una stima credibile, andrebbe a risparmiare anche 1000 euro l’anno, un sollievo per il ceto medio”.
Piccolotti ha poi concluso: “A maggio il 47% era favorevole, con un 23% di non so e un 30% contrario. La percentuale sale fino al 64% spiegando nel dettaglio la proposta. Per quel che riguarda il gradimento negli elettorati, è del 71% nel centrosinistra, del 74% nel Pd, nel 69% nel M5s, del 68% in FdI, del 64% nella Lega. Tra il 57% e il 61% è il sì tra quelli che dovrebbero pagarla”.