Era il 26 aprile 1986 quando all’1:23 in punto un’esplosione nel reattore numero 4 di Chernobyl innescò quello che sarebbe stato il peggior disastro nucleare della storia. Sono diverse le testimonianze che raccontano gli effetti dell’esposizione alle radiazioni di chi è intervenuto durante il disastro nucleare di Chernobyl. Molti sono morti all’istante e altri poco dopo, ma alcuni sopravvissuti hanno dovuto subirne le conseguenze. Ecco tutti i dettagli e il racconto delle vittime che hanno visto con i loro occhi quello che è successo.
Chi ha visto gli effetti delle radiazioni a Chernobyl
Oleksiy Breus, ingegnere della centrale nucleare di Chernobyl, fu uno dei testimoni oculari degli effetti prodotti dalle radiazioni su chi era intervenuto all’interno del reattore numero 4 affrontando così l’emergenza. Si trovò lì qualche ora dopo l’esplosione.
Breus era entrato nella sala principale dedicata al monitoraggio del reattore 4 di Chernobyl quando, vedendo le condizioni di chi era appena uscito dal luogo del disastro, rimase attonito e spaventato: “Non avevano un bell’aspetto, per usare un eufemismo. Erano molto pallidi. Toptunov era letteralmente diventato bianco. Ho visto altri colleghi che hanno lavorato quella notte. La loro pelle aveva un colore rosso vivo. In seguito sono morti in ospedale a Mosca“.
Tutti fecero questa fine, l’esposizione alle radiazioni fu così alta che morirono poche settimane dopo l’esplosione. In totale le vittime, tra dipendenti della centrale di Chernobyl e Vigili del Fuoco intervenuti per domare l’incendio, furono 29.
Chi invece sopravvisse al disastro di Chernobyl dovette combattere con conseguenze incredibilmente spaventose. Diversi, secondo fonti accreditate, si ammalarono di gravi forme tumorali e leucemie acute.
Anche l’infertilità fu una conseguenza all’esposizione delle radiazioni, così come difetti e anomalie che si svilupparono nei bambini durante la gravidanza di chi aveva respirato le polveri radioattive di Chernobyl.
Insomma, Chernobyl si è dimostrata un’eredità scomoda per tutti coloro che hanno lavorato e vissuto lì. Anche oggi continua a far paura la centrale e il suo reattore numero 4 che si è risvegliato da un periodo di inattività silente.
Ora l’Ucraina ha candidato Chernobyl come patrimonio Unesco all’umanità perché l’area che circonda la centrale è diventata riserva naturale e va preservata.