A seguito della circolare dal Ministero della Salute, che prevede la somministrazione del vaccino Astrazeneca esclusivamente ai cittadini di età superiore ai 60 anni, è sorto un problema. Come muoversi nei confronti di chi aveva già ricevuto il siero della casa anglo-svedese come prima dose, e risultava di età inferiore ai 60 anni?
In teoria, il ciclo vaccinale si sarebbe dovuto concludere con la somministrazione della seconda dose, sempre del vaccino Astrazeneca. Ma di fatto le nuove disposizioni in materia non consentirebbero di procedere in questa direzione, tranne su specifica richiesta del paziente. Pertanto era necessario trovare una nuova strada, concretizzatasi poi nella cosiddetta soluzione “eterologa”, effettuando la seconda dose con il vaccino Pfizer.
La sperimentazione è subito iniziata dando ottimi risultati, poi confermatisi nel tempo. Anche il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha confermato la sua volontà di procedere con la soluzione eterologa, riaffermandone l’efficacia e invitando i cittadini a fare altrettanto.
I risultati ottenuti nei cittadini ai quali è stato somministrato il mix Astrazeneca-Pfizer non sono solo incoraggianti, ma sorprendenti.
La soluzione eterologa si è infatti mostrata estremamente efficace, riuscendo a produrre una risposta immunitaria addirittura più forte di quanto non sarebbe avvenuto con il singolo siero Vaxzevria, il vaccino di Astrazeneca. Fino ad essere addirittura consigliata in alcuni casi.
“Ho più di 70 anni” afferma il Primo Ministro Mario Draghi, e la prima dose con Astrazeneca “ha dato risposta bassa e mi si consiglia di fare l’eterologa. Quindi funziona per me e ancor più vero funziona per chi ha meno di 70 anni e meno di 60 anni“, dice il premier. “La cosa peggiore che si può fare è non vaccinarsi o vaccinarsi con una dose sola”, afferma Draghi.