Ennesimo crollo quello di Bitcoin che, a inizio settimana, ha perso il 9% facendo scendere la sua quotazione a 32.506 dollari. In pratica non se la sta passando bene la regina delle criptovalute che sta subendo attacchi da tutti i fronti. Ora c’è anche un nuovo nemico che, insieme alle banche cinesi, le sta mettendo i bastoni fra le ruote. Si chiama Alipay e non fa altro che sostenere le nuove politiche di Pechino. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
Al momento della scrittura di questo articolo, Bitcoin si trova a quota 32.830 dollari registrando un -0,06% rispetto al capitombolo che lo ha piegato a inizio settimana. La colpa sembra ricadere sulla Cina che ha aver dichiarato guerra a questa come a tutte le altre criptovalute.
Si sta facendo dura l’avventura per tutti gli asset, ma il colpo più duro di Pechino sembra averlo accusato proprio Bitcoin. Non c’è tregua quindi per i miner e per coloro che regolarmente investono in token
.Ciò che però sta davvero pesando sulle teste degli investitori è la scelta di vietare le transazioni in criptovalute. Un momento davvero buio per Bitcoin che ora ha un altro nemico che gli rema contro: Alipay. La piattaforma di pagamento online più utilizzata in Cina, con un volume di transazioni da record, ha annunciato che bloccherà qualsiasi transazione in criptovalute. Unite in questo obbiettivo anche diverse tra le maggiori banche cinesi.
L’area “no-crypto” si sta estendendo. Infatti la Cina ha aggiunto anche Sichuan nella morsa contro Bitcoin e le altre criptovalute. Stop al mining quindi anche qui oltre che nella regione dello Xinjiang e nelle province di Yunnan e Qinghai.
Da qui la scelta strategica di El Salvador nel legalizzare Bitcoin quale moneta digitale ufficiale del Paese. In questo modo, Nayib Bukele, non solo cerca di facilitare le transazioni dall’estero, ma cerca di creare un ambiente favorevole ai miners cinesi che fino ad ora avevano il Texas come nuovo punto di riferimento.