Ennesimo down di rete segnalato da molti clienti TIM nella giornata del 22 giugno. Problemi di connessione e dispositivi inutilizzabili per diversi utenti che sono andati su tutte le furie. Una storia che si sta ripetendo ciclicamente in ogni operatore telefonico, chi più e chi meno frequentemente. Ecco tutti i dettagli e come riconoscere un disservizio diffuso su scala nazionale.
Dalle 13:00 di martedì 22 giugno 2021 il famoso sito internet Downdetector ha cominciato a essere tempestato di segnalazioni da parte di alcuni clienti TIM che riscontravano problemi di connessione.
La conferma di un diffuso down di rete dell’operatore nazionale è arrivata verso le 15:00, quando il numero di segnalazioni ha iniziato a crescere fino a raggiungere l’apice intorno alle 16:00. Molti utenti lamentavano l’impossibilità a utilizzare i propri dispositivi per la navigazione e la rete cellulare. TIM ha davvero mandato i clienti su tutte le furie.
Poche ore prima anche i clienti Vodafone hanno segnalato delle anomalie in merito al servizio dell’operatore anglosassone.
I problemi con TIM
sono proseguiti in tutta Italia per diverse ore fino a che non si sono completamente risolti verso le 22:00 dello stesso giorno, quando l’allarme è rientrato. Le zone dove si è concentrato il down di rete sono state soprattutto nel Nord-Italia e nel Centro-Italia. Qualche problema anche in Sardegna. Pressoché nulla al Sud tranne che per Napoli.
Purtroppo down di rete, come quello di TIM sopra menzionato, non dipendendo certo da noi che ne siamo vittima. Di conseguenza soluzioni per risolvere il problema non ce ne sono. L’unica cosa possibile è tenere pazientemente monitorata la situazione fino a che l’operatore non ripristinerà il servizio.
Comunque sono sempre più frequenti questi down di rete. Nel caso di momentanei rallentamenti nella velocità di connessione possono anche essere, da un certo punto di vista, sopportabili. Ma quando si tratta di veri e propri disservizi dove si è impossibilitati a ricevere ed effettuare chiamate oppure a navigare in internet allora la situazione si fa più complicata, soprattutto per chi lavora con i propri device.