Un gruppo di ricercatori ha sviluppato un cyber seme, ossia un “seme cibernetico” che cresce “come una pianta”.
Il “seme” è composto da centinaia di informazioni, codificate digitalmente, che includono dati su materiali, proprietà e altri parametri necessari nel portare a termine un progetto – peso, altezza, colore e densità. I semi più semplici possono avere 50 righe di informazioni, con sei informazioni per riga. Questo seme, algoritmicamente, tenta quindi di crescere in un particolare design elaborato dai ricercatori della Queen’s University di Belfast, della Loughborough University e dell’Università di York.
Partendo da una singola cella in un programma CAD (computer-aided design), il seme crescerà in una certa direzione fino a raggiungere il limite del parametro con cui è stato programmato. Un quadrato di 10 cm, ad esempio, potrebbe crescere fino a raggiungere una particolare lunghezza, a quel punto l’algoritmo lo dirigerebbe verso qualcosa di nuovo. Attualmente, i risultati possono sembrare casuali, ma alla fine diventeranno più ordinati e più utili per progettare qualsiasi cosa.
“Questo seme informatico cresce all’interno di un computer proprio come fa lo stelo di una pianta in natura”, afferma il professor Mark Price. Man mano che il “seme” cresce, alla fine diventa un “germoglio“, ovvero cambia il suo comportamento per tenere conto della crescita dei sensori artificiali, ad esempio manubri o pedali. Un seme per una bicicletta a Belfast, ad esempio, potrebbe sviluppare il veicolo utilizzando il metallo. Quello stesso seme a Mumbai si svilupperebbe utilizzando il bambù come materiale principale.
Cyber seme: il seme cibernetico che ci aiuterà a realizzare qualsiasi cosa
Al momento il programma viene utilizzato solo per sviluppare progetti semplici per strutture come impalcature – strutture ingegneristiche che sono significativamente meno complesse di biciclette o aerei. È anche possibile che il “seme” abbia conoscenza del suo ambiente e quindi “cresca” contro un muro o un’altra barriera, tenendo conto dei confini man mano che si sviluppa.
I ricercatori non hanno ancora tentato con un design per oggetti più difficili, come gli ingranaggi, ma il professor Price si ritiene fiducioso. Ad esempio, spera di realizzare un dirigibile entro i prossimi vent’anni. I “semi” in questo momento sono gestiti attraverso un processo evolutivo artificiale. L’evoluzione di questi semi, in quanto artificiale e man mano sempre più complessa, richiede un dispendio di energia notevole. Di conseguenza, anche i costi sono piuttosto elevati, così come i tempi d’elaborazione necessari. Nonostante questi contro, non mancano i pro. Progettare con questi cyber semi implicherebbe l’andare oltre i progetti cui siamo abituati, esplorare nuovi territori, fare nuove scoperte senza precedenti.