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Variante Delta (ex indiana), rischio nuova ondata e ritorno in zona rossa

La variante Delta del Covid sta sbarcando anche in Italia, e con lei la paura per nuovi focolai. Al momento, si stima che sul totale dei nuovi casi il 16,8% sia imputabile alla variante Delta, precedentemente denominata indiana, e questo trend è destinato ad aumentare senza sosta.

La diffusione della mutazione ha già messo in discussione le riaperture in numerosi Paesi, a partire dalla Gran Bretagna che per gli stretti rapporti con l’India si è ritrovata ad essere la prima nazione in Europa a dover fronteggiare la minaccia.

Il rischio di nuove mini zone rosse è però concreto, qualora si verificassero focolai da gestire e controllare con estrema cautela e celerità. A dirlo Franco Locatelli, Coordinatore del Cts e Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, che ha fatto riferimento alla possibilità di ricorrere lockdown locali: “Se necessario – ha risposto Locatelli a una domanda su Sky – vanno create delle zone
per fermare i cluster, come ad esempio è successo in Umbria quando si è verificata la diffusione della variante brasiliana”.

 

Variante Delta, più pericolosa della Alpha (ex variante inglese) ma i vaccini sono efficaci

La Variante Delta si è dimostrata particolarmente contagiosa e virulenta, con sintomi piuttosto rilevanti nella maggior parte dei sintomatici. Si tratta dunque di un’infezione che va assolutamente gestita nel minor tempo possibile, isolando i casi che si presentano ed evitando il progredire del numero dei contagiati.

Di fatto, però, un’arma a nostro vantaggio esiste, e in questo momento è la più efficace: i vaccini hanno dimostrato di funzionare correttamente anche contro la variante Delta. In chi è vaccinato, la probabilità di ammalarsi è risultata nettamente inferiore rispetto a chi non aveva ancora ricevuto nemmeno una dose.

Per avere la massima protezione che il vaccino possa offrire, però, è necessario completare il ciclo con entrambe le dosi.

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Pubblicato da
Monica Palmisano