Parler avrebbe rifiutato una partnership con l’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump: il social network non sarebbe stato disposto ad assecondare una condizione chiave dell’accordo, ovvero espellere dalla piattaforma tutti gli utenti detrattori.
L’informazione proviene da un estratto del nuovo libro del giornalista Michael Wolff, che racconta gli ultimi, travagliati giorni della presidenza di Trump; un estratto è stato pubblicato sul New York Magazine. Scopriamo insieme maggiori dettagli.
L’accordo era in lavorazione da tempo: lo staff di Trump, racconta Wolff, aveva contattato Parler già mesi prima. Mercer è un investitore americano di successo, che ha versato molto denaro sia alla campagna elettorale di Trump stesso sia a Breitbart News, giornale americano di riferimento dei Repubblicani più convinti; e in passato è stato uno dei principali finanziatori di Cambridge Analytica, proprio quella dello scandalo di Facebook
L’obiettivo dell’accordo era, semplicemente, di trasferire tutte le attività social di Trump dai canali usati fino a quel momento (prevalentemente Twitter, come sappiamo) su Parler in esclusiva. In cambio, Trump avrebbe ricevuto il 40% dei ricavi lordi. La piattaforma avrebbe accettato, ma l’idea di bannare i detrattori era vista come una violazione di uno dei suoi princìpi fondamentali, ovvero la libertà di parola come massima priorità.
Come sappiamo, il rapporto tra Trump e i social è precipitato dopo gli eventi del 6 gennaio, ovvero l’attacco al Campidoglio condotto dai seguaci di Trump stesso. Il presidente è stato ritenuto colpevole di istigazione alla rivolta da praticamente tutte le piattaforme, da Twitter a YouTube a Facebook, ed è stato bannato in modo più o meno definitivo all’unanimità. I seguaci di Trump si sono conseguentemente riversati in massa proprio su Parler, ma anche questa iniziativa è durata poco: Google e Apple hanno rimosso l’app dai rispettivi negozi di app, mentre Amazon Web Services ha annullato il contratto di hosting.
Parler è tornata qualche mese dopo, con un nuovo fornitore di servizi e regole di moderazione più severe; recentemente è stata riammessa anche nell’App Store, con alcune limitazioni, mentre continua a latitare sul Play Store. Trump, intanto, ha inaugurato una sorta di suo “social”, From The Desk of Donald Trump, che era sostanzialmente una sezione del sito ufficiale da cui poteva pubblicare post simili ai suoi tweet. Non è durato molto: è stato chiuso già qualche settimana fa. Nel frattempo ha promesso che a breve arriverà un suo social network vero e proprio.