Il vaccino Pfizer continua ad essere quello preferito dagli italiani. La campagna di immunizzazione contro il Covid, nonostante i numeri indichino che un cittadino su tre ha ricevuto sia la prima che la seconda dose, è ora in frenata. A produrre un calo nel numero di somministrazioni giornaliere, c’è lo scetticismo legato ai possibili effetti collaterali dei famarci.
Il capitolo degli effetti collaterali è legato perlopiù al vaccino di AstraZeneca con casi di trombosi, casi sempre rarissimi, che hanno colpito cittadini giovani. Per Pfizer, nonostante non manchino sporadiche segnalazioni di effetti collaterali gravi, non vi sono queste evenienze. Il farmaco è infatti tollerato da tutte le fasce d’età ed anche dalle persone con patologie pregresse.
Proprio la mancanza di reali effetti collaterali ha portato i tecnici del CTS e dell’AIFA a valutare la possibilità di vaccinazione eterologa. In Italia, così come in altri paesi europei, gli under 60 che hanno ricevuto la prima dose di vaccino anti Covid con AstraZeneca possono ora effettuare il richiamo con Pfizer.
I dati scientifici, non ultimi quelli emersi da una pubblicazione su Lancet, indicano come la vaccinazione eterologa garantisca una copertura maggiore contro il virus rispetto ad una doppia somministrazione con farmaci a vettore virale.
Ulteriori pubblicazioni scientifiche hanno mostrato inoltre come Pfizer sia anche determinante per contrastare le temute varianti del virus. Il vaccino statunitense è l’arma forse decisiva per contrastare la variante Delta, ora in circolazione nel Regno Unito ed in alcune nazioni europee.