Uno studio fatto sul moscerino della frutta dimostrerebbe come il 70% dei geni cambierebbero la propria attività in relazione ai batteri dell’organismo nel microbioma. Il modello di animale maggiormente in uso in laboratorio ha potuto darci risposte fondamentali per lo studio dell’invecchiamento.
I risultati pubblicati sulla rivista iScience dai ricercatori dei National Institutes of Health (NIH) americani riportano la voce del ricercatore Edward Giniger che a tal proposito ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
“Per decenni gli scienziati hanno stilato la lista dei geni che si pensa controllino il processo d’invecchiamento in tutto il regno animale, dai vermi ai topi fino agli umani. Siamo rimasti sconvolti dallo scoprire che soltanto il 30% di questi geni regolerebbe l’orologio interno degli animali.
Speriamo che questi risultati aiutino la ricerca medica a capire meglio le forze che stanno alla base di molte malattie legate all’età”.
La scoperta, nata quasi per caso, è volta a scoprire il ruolo del microbioma del sistema immunitario nel contesto dei danni neurologici legati all’invecchiamento cerebrale. Si è così osservato che i moscerini liberi da batteri vivevano 63 giorni contro i 57 dei moscerini non trattati. Il ricercatore Arvind Kumar Shukla a tal riguardo ha precisato:
“è un bel salto, l’equivalente di 20 anni di vita per gli esseri umani”.