Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, ha sostenuto, durante la trasmissione in onda su LA7, la vaccinazione eterologa contro la variante Delta del Covid-19. Ma come può un virus modificarsi? È naturale che i virus vadano incontro a mutazioni. Quando queste però si accumulano nel tempo o si verificano alcune particolari condizioni, può accadere che il virus cambi le proprie caratteristiche al punto tale da dar vita a quella che si definisce variante.
Vaccini: le parole di Giuseppe Remuzzi sulla variante Delta
Il professor Remuzzi, uno dei migliori ricercatori italiani, spiega: “Questa mutazione è il 50% più contagiosa della variante inglese che già era più infettiva di quella originale cinese e si diffonde molto facilmente. Tuttavia, al momento, è verosimile che si fermi alle alte vie respiratorie. Quindi il virus continua a mutare, ma oggi uno studio pubblicato sul New York Times ci dice che i vaccini sono efficaci contro la variante Delta e quelli che si infettano, svilupperanno una forma lieve o asintomatica, ma per non contagiarsi servono le due dosi.
Poiché neanche i paesi ricchi sono arrivati al 50% delle due dosi per tutti, bisogna stare sempre attenti soprattutto al chiuso dove si forma un aerosol contagioso. Dovremo essere cauti e adottare certe attenzioni per diversi anni, soprattutto negli ambienti chiusi e non areati. All’esterno il discorso è diverso, si può stare abbastanza tranquilli, ma non se si sta vicini e si parla. Questo finché il Covid-19 non diventerà come il raffreddore”.
Egli è un sostenitore di una dose di vaccino a vettore virale e una con vaccino mRNA messaggero: “L’idea di combinare due vaccini diversi è molto buona, i dati non sono pochi come si è detto. C’era uno studio spagnolo su circa 600 soggetti e proprio ieri è stato pubblicato un grande studio inglese. Ebbene fare prima AstraZeneca e poi Pfizer dà la maggior risposta sia di cellule che di anticorpi. La vaccinazione eterologa ha delle basi molto solide per poter essere consigliata”, ha concluso.