In parte, il successo degli smartphone pieghevoli è ostacolato dai numerosi problemi riscontrati durante il loro utilizzo. Sono numerosi gli utenti che nel tempo hanno segnalato malfunzionamenti del display, punto focale del design pieghevole. Esistono due tipi di dispositivi pieghevoli: quelli che si piegano come un libro (esempi: Samsung Galaxy Z Fold 2, Huawei Mate X2, Mi Mix Fold di Xiaomi e Surface Duo di Microsoft) e quelli che si “ribaltano“, come il Galaxy Z Flip di Samsung e l’iconico Razr di Motorola. C’è anche il “jolly”, il concetto di smartphone che si arrotola come una pergamena proposto da Oppo e TCL.
Nonostante siano passati tre anni dai primi smartphone pieghevoli, devono ancora ottenere il giusto riconoscimento sul mercato, per ragioni sia culturali che tecnologiche. Da un punto di vista tecnologico: ogni smartphone pieghevole sul mercato esegue il sistema operativo Android e Google ha trascurato di svilupparlo per i tablet. Un aspetto più che critico se consideriamo che i dispositivi pieghevoli aperti ricordano proprio un tablet. Gli iPad di Apple sono stati commercialmente superiori, nella misura in cui anche il nuovo Android HarmonyOS di Huawei imita l’Apple. “Google ha ancora molta strada da fare per arrivare dove Apple è adesso con il suo iPad in termini di esperienza tablet”, dichiara Anshel Sag, analista di Moor Insights & Strategy.
Questo porta al secondo problema: la forma. Attualmente ce ne sono due sul mercato, ribaltabili e pieghevoli, ma le cose potrebbero cambiare. È probabile che i marchi “sperimentino” con le forme. Anche se, i tassi di rendimento per i display sono bassi, il che mantiene i costi alto. I costi elevati sono tra i motivi principali per cui i dispositivi pieghevoli sono così impopolari. Il Galaxy Z Fold 2 di Samsung costa solo poche centinaia di sterline in più rispetto all’iPhone 12 Pro più costoso. Tuttavia, tra i due la maggior parte dei consumatori non ha dubbi e punta sull’ultimo modello di iPhone piuttosto che su un display che si piega su se stesso.
La risposta al problema, quindi, sembra più culturale che tecnologica. Non sappiamo esattamente cosa vogliamo che facciano gli smartphone pieghevoli o come vogliamo interagire con questi dispositivi. Dal momento che l’iPhone ha reso onnipresente il touch-screen, tutti i prodotti sul mercato – Android o iOS – si comportano sostanzialmente allo stesso modo. Questo non vale per quelli pieghevoli, fatti per un uso intensivo.
L’ultimo e più potente aspetto culturale è proprio quello su cui i produttori hanno minor controllo: Apple. Proprio come l’Apple Watch, che batte l’intera industria, o il già citato iPad, o altre innovazioni più piccole come la nuova tecnologia di tracciamento AirTags, è improbabile che i dispositivi pieghevoli raggiungano il loro vero potenziale finché Apple non decide di produrne uno. Tuttavia, l’influenza di Samsung, Google o Huawei in Cina, non dovrebbe essere sottovalutata. Stabiliranno il livello di ciò che un dispositivo pieghevole può fare prima che Apple lo raggiunga da solo. Il potere di Apple in questo è innegabile.